lunedì 21 novembre 2011

Amore, aeroporto, De Lillo & canelé (olé!)

Oggi quello schianto della mia donna è partita per tornarsene a casa (a 1500 km da qui: cazzo, cazzo e cazzo) prendendo il primo volo del mattino (cazzo, cazzo e cazzo).

Io, essendo un grandissimo signore, l'ho accompagnata all'aeroporto (quello di Orly, terminal ouest, per l'esattezza). È stato davvero un gesto di grande signorilità il mio, dato che di solito per alzarmi dal letto ci vogliono le cannonate e che mi alzo a orari vergognosi (vi dico solo che in media arrivo al lavoro verso le 11...). Insomma, ci siamo alzati alle 5.30 (Cristo... 5.30... Era ancora buio! Devo essere davvero innamorato...) e siamo andati in aeroporto. Abbiamo fatto colazione da Paul, mangiando come due maiali (2 croissants, un canelé, un pain au chocolat, cappuccio e cioccolata calda e vaffanculo a [nell'ordine]: crisi, austerity, linea&forma-fisica, manovre finanziarie e governi tecnici vari).

Parentesi. Il canelé è una roba strepitosa che tutti dovrebbero provare. Davvero. Sono serio. Se vi capita di passare dalla Francia andate da Paul e mangiatevi un canelé. Mi ringrazierete.

Poi, dopo baci e abbracci che sarebbero sembrati eccessivamente sdolcinati anche a un pre-adolescente in calore, lo schianto di donna si è imbarcata e io me ne son tornato tristemente a Parigi senza pagare il biglietto della RER C (iniziare la settimana trasgredendo dà quello slancio necessario ad arrivare al venerdì con ancora qualche energia residua).

Sulla RER C ho letto un po' Underworld, di De Lillo.

E meno male che De Lillo è un grande e che l'inizio di Underworld è meraviglioso, con la finale di baseball, e Frank Sinatra e Edgar J. Hoover che se la guardano mangiando hot dogs e bevendo birra, e il ragazzino sul tetto che ascolta la telecronaca alla radio, e la pallina che vola tra gli spalti all'ultimo inning e tutto quanto esplode...

Che inizio strepitoso!

Gran libro.

Mano male, va...

Sennò, dato l'inizio della mattinata "bye bye love", mi sarei intristito...


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